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Noise Gate
Il lavoro svolto da questa macchina è importante ai fini della pulizia del segnale audio, il quale, passando attraverso i vari circuiti di chitarra, ampli ed effetti, raccoglie anche il rumore generato dalla corrente elettrica all'interno delle stesse apparecchiatura. Questo rumore viene percepito come un fastidioso ronzio, che può essere in alcuni casi più forte del suono stesso.
Sostanzialmente, come dicevo, questo difetto è di natura elettrica. Ad esempio può essere causato da un voltaggio sbagliato nell'impianto elettrico da cui si attinge la corrente (è sempre meglio avere uno stabilizzatore di corrente), oppure da cavi audio non perfettamente schermati, o ancora dai trasformatori per i pedalini. Anche apparecchiature che non centrano nulla con il
palco possono dare fastidio (classico, nei locali con un impianto elettrico inadeguato, sentire addirittura i rumori dei freezer, delle lavastoviglie o altro). Cerchiamo quindi di ovviare a questi problemi già in partenza.
Un piccolo fruscio, in ogni caso, rimane sempre ed è qui che entra in azione il noise gate, a volte definito riduttore di rumore o anche noise soppressor.
In pratica lavora all'opposto di un compressore, che, come si è già visto, comprime il suono entro valori assegnati. La funzione di un noise gate consiste nel chiudere una linea audio quando non vi passa alcun segnale, espandendo il suono al di sopra o al di sotto di una certa soglia presettata.
Un controllo di soglia (treshold) o sensibilità determina il livello al quale il segnale viene tagliato. Il controllo di decay o release (decadimento o rilascio) permette di stabilire il decadimento naturale della nota prima che intervenga il taglio da parte del riduttore.
Le regolazioni devono essere puntigliose, nel senso che troppo taglio potrebbe effettivamente "strozzare" il suono: non impostiamo quindi i controlli al massimo se non assolutamente necessario. Al contrario, un treshold basso, magari più che sufficiente in un locale con un buon impianto elettrico,
risulterebbe insufficiente in un altro locale con problemi tipo quelli visti sopra. Controllate quindi le varie regolazioni dei noise gate durante il soundcheck (prova dei suoni precedenti al concerto), così da verificare qualche particolare tipo di inconveniente ad agire di conseguenza.
Un ridottore di rumore dovrebbe essere piazzato dopo il preamplificatore, soprattutto nel caso questo sia valvolare. Così facendo si può controllare una possibile fonte di ronzio già alla partenza. Nel caso a monte del preampli, o dell'amplificatore, vi sono dei pedalini che possono causare disturbi
(compressori, distorsori, overdrive), il noise gate dovrebbe essere piazzato dopo questi. In ogni caso, ricordate, sempre prima di qualsiasi processore digitale di effetti o, eventualmente, di pedalini di effetto ambiente, come il chorus, il delay o il riverbero.
Phaser & Flanger
Questi due tipi di effetto sono sostanzialmente simili tra loro. L'elaborazione sonora da loro creata interessa soprattutto il rapporto di fase tra due segnali (elettronici o acustici) inizialmente derivati dalla stessa fonte. Combinando i due segnali con la stessa forma d'onda alla stessa frequenza e alla stessa ampiezza (volume),
ma sfalsati di 180° (gradi) tra loro, essi si annulleranno a vicenda e non si avrà alcuna tensione di segnale. E' questo il motivo per cui due altoparlanti collegati allo stesso amplificatore si trovino in fase tra di loro, altrimenti verranno annullate alcune delle frequenze (in particolare quelle poste all'estremità inferiore dello spettro sonoro).
Comunque, in pratica, non si verificherà un totale annullamento di tutte le frequenze, poiché la separazione fisica tra gli altoparlanti ne altera in ogni caso il rapporto di fase. Si avrà perciò una sensibile riduzione delle basse frequenze.
Il phaser e il flanger dividono il segnale in due percorsi, introducendo uno slittamento variabile di fase ad uno di essi prima di ricongiungerli.
Il phaser, noto anche come phaser shifter, ai tempi della sua creazione (inizio anni '70) cercava di emulare il suono di un nastro di registrazione sfalsato, ma senza interferire sul ritardo, cosa che fa invece il flanger.
Il principio è analogo all'effetto Doppler, che consiste in una "modificazione della frequenza dovuta al moto relativo della sorgente rispetto ad un osservatore che invece ascolta il suono predetto e viceversa". L'effetto Doppler è il classico effetto che avvertiamo al passaggio di un mezzo di soccorso con la sirena accesa, per cui si sentirà un suono più acuto in avvicinamento che degraderà in tonalità più grave man mano che il mezzo (cioè la sorgente sonora, quindi la sirena) si allontana.
Il contrario succede quando, ad esempio, in auto superiamo un altra auto che sta suonando il clacson: in questo caso la sorgente è ferma e noi ci muoviamo: l'impressione sonora, comunque, è la stessa.
Questo fenomeno, detto anche effetto sirena, accade in quanto le onde sonore percepite in avvicinamento si susseguono in frequenza maggiore che cala mentre il suono si allontana. Tale effetto viene riprodotto elettronicamente da un circuito denominato L.F.O. (Low Frequency Oscillator, cioè oscillatore a bassa frequenza), che può generare segnali di frequenza,
ampiezza e forma prestabilite, chiaramente programmabili.
Come già detto prima, due forme d'onda che vengono sfalsate di 180° si cancellano a vicenda. Ma se sono fuori fase di 90°, si avrà l'effetto phaser.
I tipici controlli che possiamo trovare sul phaser sono:
Depth. Imposta la profondità dell'effetto phaser. A valori superiori corrispondono ondulazioni più profonde.
Resonance. Imposta la quantità di risonanza. Valori più alti danno un maggiore effetto.
Rate. Imposta il ciclo dell'effetto phaser. Un valore più alto da un ciclo più veloce.
Modulation fase. Con questo controllo l'effetto può essere pampottato (spostato) in tempi differenti sul canale destro e sinistro, dando maggiore ambiente all'effetto. In questo caso bisogna utilizzare un amplificazione stereofonica.
Il flanger si diversifica solo nel fatto che agisce sul ritardo in cui l'onda entra in fase con l'altra. Una curiosità: quando negli anni '60 durante la registrazione si volevano ottenere degli effetti particolari, uno di questi consisteva nel registrare lo stesso suono su due nastri differenti. In fase di mixaggio uno dei due nastri veniva rallentato trattenendo la flangia della bobina (da qui il nome "flanger").
In questo modo si sfasava il suono intervenendo sul ritardo.
Oltre ai controlli già visti per l'effetto phaser, possiamo trovare il controllo manual delay, che influisce appunto sul ritardo del suono.
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