Il Delay

Quando un segnale viene ritardato e ripetuto da un'apparecchiatura si ha il delay. Questa macchina registra il segnale in ingresso e lo ritarda secondo l'impostazione del tempo prefissata, riproducendolo e dando l'effetto eco naturale.
Inizialmente si usavano i cosiddetti eco a nastro, che tra l'altro sono usati ancora oggi per ottenere dei sound vintage. Il segnale da ritardare viene inviato ad una testina di registrazione che lo incide su un nastro (comunemente definito anello di nastro). La riproduzione del segnale è affidata ad un altra testina (testina di riproduzione) con il ritardo desiderato. Il ritardo viene ottenuto in due modi: variando la distanza tra le testine di registrazione e riproduzione, oppure variando la velocità di scorrimento del nastro tra le testine. A volte si usano anche cilindri magnetici. Se si usano più testine di riproduzione a diverse distanze da quella di registrazione, si possono ottenere echi multipli.
La qualità per cui è apprezzato l'eco a nastro è il suono caldo, ottenuto dal procedimento analogico dell'nastro. Ci sono comunque degli inconvenienti. Ad esempio vi è l'impossibilità di ottenere un ritardo breve (nell'ordine dei millisecondi), oltre al fatto che questo tipo di apparecchiatura ha bisogno di un'accurata manutenzione per funzionare sempre al meglio. Le testine devono essere sempre pulite e smagnetizzate e il nastro periodicamente sostituito. Si comprende quindi come anche in questo tipo di effetto si predilige l'uso del digitale, sia come pedale che come effetto a rack. Negli anni '80 il delay lo si trovava in digitale solo nelle apparecchiature a rack; solitamente i pedalini erano ancora analogici con pochi controlli (solitamente questi erano: profondità, intensità e velocità). Oggi possiamo trovare dei pedalini delay digitali con controlli e caratteristiche simili ai più costosi apparecchi a rack. Come esempio analizziamo un comune delay programmabile a rack, i controlli del quale è possibile trovare quindi anche sui pedalini, escludendo al limite la programmabilità.

  • Feedback. Questo controllo si riferisce al processo di ritorno di una porzione di suono con effetto (cioè suono con il delay) all'ingresso dell'effetto. In pratica imposta la quantità di suono con delay che ritorna all'ingresso. In molte apparecchiature, però, questo termine è dato al controllo che regola il numero delle ripetizioni della nota suonata (a volte definito regen). Le ripetizioni possono variare di numero, da una sola (impostando a zero il controllo), all'infinito (nel senso vero della parola: una buona apparecchiatura è in grado di ripetere la parte suonata all'infinito senza avere inconvenienti, cosa che può invece succedere con modelli un po' scarsini). Ovviamente, disinserendo l'effetto o cambiando il programma, il delay si blocca.
  • Delay time. Imposta l'intervallo di tempo dal momento in cui viene suonata la nota (o le note), al momento in cui entra in funzione il delay, cioè la ripetizione della nota (o delle note). Le ripetizioni delle note saranno sempre intervallate secondo la regolazione fatta su questo parametro.
  • Tap delay. Sempre più spesso si trova questo controllo sulle apparecchiature moderne. Collegando un foot switch ad una uscita apposita, si può impostare il tempo di delay direttamente battendo il piede sul pedale. Molto utile per avere il delay impostato con il tempo del brano sul quale si sta suonando.
  • Delay level. Imposta il livello di mixaggio del suono processato con il suono originale. Più alto viene regolato, maggiore sarà il volume dell'effetto stesso.
  • Delay balance. Questo controllo si trova solo se l'apparecchiatura è stereo, e serve a bilanciare l'effetto sui due canali left e right. Alcune macchine hanno tra l'altro un ulteriore controllo che sposta in continuazione il suono sui due canali, molto utile per ottenere particolari effetti di ambiente.
  • Reverse. Un controllo non molto comune, ma non per questo meno interessante. Attivandolo si ottiene una o più ripetizioni al contrario. Ad esempio, se si suonano quattro note (tipo C - A - D - F), processando il segnale con il reverse delay otterremo una risposta di questo tipo: F - D - A - C.
  • Esempi di programmazione del delay

    Il delay è un tipo di effetto di largo uso, e quindi penso sia giusto analizzarne alcuni esempi tratti da brani dove, appunto, il delay svolge un ruolo fondamentale per la caratteristica del suono. Per sfruttare e suonare gli esempi riportati, occorre utilizzare un'apparecchiatura di buon livello, che abbia almeno la capacità di controllo dei parametri indicati nella parte superiore della pagina. Come primo esempio, analizziamo un paio di battute del brano Ballerina 12/24 di Steve Vai, tratto dall'album Passion & Warfare del 1990. Il suono è stato programmato su di un Heventide H3000 in modo da processare il suono pulito della chitarra aggiungendo due segnali effettati in stereo ritardati con il delay e trasposti con il Pitch transposer.

    La parte di chitarra suona ad ottavi (trascritta nel primo rigo abbinato all'intavolatura) su di un tempo di metronomo di Quarto=134. Devono essere due i delay che lavoreranno con un feedback a 0, ognuno dei quali genera una sola ripetizione. Un primo delay, programmato a circa 112ms., suona sul sedicesimo successivo all'ottavo suonato (secondo rigo sul pentagramma), mentre il secondo delay è tarato a circa 224ms e ritarda il segnale di un ottavo (terzo rigo). I due delay sono inoltre trasposti rispetto al segnale originale rispettivamente di una sesta maggiore ascendente (il primo delay) e di una quarta giusta ascendente (il secondo delay). La somma di tutte queste note dà un intreccio di sedicesimi precisi a tempo, con un risultato sonoro sorprendente quanto efficace.
    Questo tipo di effetto è possibile ottenerlo con molti tipi di apparecchiature di alta qulità, quali possono essere il Rocktron Intellifex o, appunto, l'Eventide H3000 utilizzando i parametri di delay con il controllo pitch. Il livello dell'effetto deve essere a volume uguale al livello del segnale originale. Vediamo ora altri esempi sull'uso del delay.


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