• Variac. Questa particolare funzione simula la saturazione raggiunta dalle valvole di un amplificatore quando è collegato ad un unità attenuatrice di voltaggio. Il variac è un 'apparecchiatura che si collega alla presa di corrente per regolare il livello di voltaggio di qualsiasi unità che vi è collegata. Collegandogli un'ampli valvolare ed elevandogli la tensione in ingresso, si sfruttano al massimo le valvole. In questo modo l'ampli aumenta sia in potenza che in dinamica, dandogli una resa sonora altrimenti irraggiungibile. Il problema nell'uso di una simile apparecchiatura è nelle valvole, che, "tirate a palla", hanno una vita cortissima: mantenere l'amplificatore può diventare a questo punto molto costoso. Ovviamente, la simulazione simulata nei moderni preamplificatori non crea difficoltà di questo tipo.
  • Rectfier. Questo circuito, che replica nel pre l'effetto delle valvole rettificatrici, un tempo utilizzate nei finali di potenza, controlla la dinamica e il punto di saturazione dello stadio di guadagno. Ultimamente alcuni produttori montano questo tipo di valvole nei circuiti dei loro finali.

Entrambi i controlli appena descritti offrono una notevole dinamica. Per esempio, calibrando il tocco della mano destra e agendo in chiusura sul potenziometro del volume della chitarra, si può anche variare la risposta dell'ampli: con un tocco marcato, si ha più grinta, mentre stando più leggeri si ottiene un suono più pulito. Il tutto con una dinamica estremamente superiore rispetto ad un pre che non ha questo tipo di controlli, e che quindi permette maggiore fedeltà di risposta per quanto riguarda la tecnica personale, il tocco e l'espressività.



Equalizzazione Post-Distortion.

Il suono che è stato ottenuto nella sezione gain, può essere ora rifinito. Attenzione! In questo stadio si ritocca leggermente il suono, ma non si fanno stravolgimenti alla pasta del suono, che assume le proprie caratteristiche nel precedente stadio. Con l'equalizzatore "post-distorsione" si può intervenire là dove coesistono delle piccole imperfezioni del suono. Facciamo degli esempi.



  • Notiamo che il suono è poco definito e leggermente chiuso. In questo caso interveniamo sulla presenza, che ci aiuta ad enfatizzare le frequenze medio-acute, le quali sono molto utili per la "botta" (e quindi la presenza) del suono.
  • Il suono è troppo corposo o, al contrario, troppo esile. Le frequenze medie si occuperanno di addolcire il suono (tagliando la gamma della frequenza) o di ingrossarlo (enfatizzando la frequenza).
  • Ovviamente i bassi sono regolabili nelle loro frequenze. Anche in questo caso può essere necessaria una piccola regolazione. Un buon sistema è quello di regolare il suono distorto e si suonarlo con il "palm-muting" (stoppati della mano destra) sulle corde basse: tutta la quantità di frequenze basse usciranno allo scoperto e quindi si opererà di conseguenza tagliando (se si hanno troppi bassi) oppure enfatizzando.

Ricordiamoci anche che esaltare una frequenza (specialmente quelle medie) dà l'illusione di aumentare il volume di tutta la gamma, mentre effettivamente aumenta il volume della sola frequenza (oppure il contrario, cioè tagliare una frequenza sembra diminuire il volume totale, mentre diminuisce solo quello della frequenza interessata). Potete approfondire questo argomento nella sezione dedicata all'equalizzatore.
Un altro punto fondamentale è quello di paragonare i suoni. Quando si programma un preset (numero di programma dell'apparecchiatura), è bene crearne due o tre simili, ognuno dei quali può essere leggermente diverso in volume, saturazione o, come in questo caso, enfasi o taglio di una data frequenza. Di conseguenza è utile verificarne poi le eventuali differenze al fine di capirne tutte le caratteristiche.

Output

Dopo essere stato processato, il suono viene diretto alla sezione output, che si occupa di regolare il volume in uscita dal pre. Solitamente abbiamo la possibilità di regolare il volume globale dell'apparecchiatura e, per quanto riguarda i pre Midi, anche quella di regolare il volume di ogni singolo preset. Il volume globale manteniamolo sempre intorno a metà corsa, in modo da dare la possibilità di programmare i preset con un volume non troppo alto, in quanto è meglio lasciare sempre la possibilità di aggiungere volume o di toglierlo. Il volume globale viene spesso chiamato output level; molte volte troviamo anche un controllo in ingresso del volume (imput level), che regola il segnale in entrata. Questo può essere regolato a seconda della potenza di uscita della chitarra. Nei preamplificatori non programmabili non esistono relativi problemi di volume sui suoni interni, in quanto è possibile intervenire in tempo reale durante la performance: al limite bisogna bilanciare i volumi tra i vari canali che offre il pre. Non è così per i preamplificatori Midi, nel senso che, pur essendo più versatili, gli errori fatti in fase si programmazione li paghiamo poi dal vivo.




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