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Setup a pedali
Un po' di storia...
A partire dagli anni '60 i chitarristi icominciarono ad usare delle scatolette da pavimento, più comunemente denominate pedalini, con le quali si poteva manipolare il segnale prima che questo giungesse all'amplificatore. I primi effetti di questo tipo sono stati il distorsore (più precisamente il fuzztone), utilizzato in massa dai chitarristi inglesi. Quel tipo di suono si può sentire nelle incisioni dei Rolling Stones, di Jimmy Page, di Jeff Beck e altri chitarristi che già lavoravano attorno alla metà degli anni '60. A Jimi Hendrix viene associato il Fuzz Face, tale da divenire il modello più famoso dell'epoca, anche se l'effetto che maggiormente ha influenzato il chitarrista è stato sicuramente il Wah Wah. Si dice che Jimi restò praticamente folgorato dal suono della chitarra con Wah Wah di Eric Clapton (probabilmente nel brano Tales of brave Ulysses)... Questo effetto ha avuto alti e bassi di popolarità negli anni a venire, ma è comunque un pedale quasi sempre presente tra i chitarristi.
Il flanger appare negli anni '70. Nel '76 viene introdotto sul mercato l'ADA Flanger, diventato in poco tempo un meodello di riferimento), di pari passo al cugino Phaser. Quest'ultimo era nato nel '69, (l'univibe adottato da Hendrix), seguito dal Maestro Phase shifter, progettato da Tom Oberheimer nel '71. Nel '72 uscì il Phase90 della MXR, probabilmente il favorito dai chitarristi dell'epoca, che comunque subiva una forte concorrenza da parte dell'Electro-Harmonix Small Tone. Questi effetti li possiamo sentire spesso nei suoni di gran parte dei musicisti anni '70, da Keit Richards (Rolling Stones) a Jonny Winter, Joe Walsh (Eagles), Steve Howe (yes) e molti altri ancora.
Gli anni '70 hanno visto comunque la rapida espanmsione di effetti di ogni genere, dai nomi a volte strani, parallelamente all'evoluzione tecnologica in questo e altri campi. La Helectro-Harmonix presenta ad esempio un delay digitale (il Memory Man) e il Flanger Electric Mistress, la Musitronics l'Auto Wah Mutron III, il Bi-Phase e l'Octave Divider. La MXR offre un vasto catalogo di prodotti, dai ditorsori, ai compressori, fuzz, delay, chorus eccetera. Alcuni nomi anche originali? Ad esempio i pedali disegnati da Dan Armstrong, come l'Orange Squezer, il Red Ranger, il Green Ringer, il Purple Peaker, il Blue Chipper e altri.
La Roland presenta la sua linea di pedali sotto il nome BOSS, che diventerà ben presto uno dei nomi più comuni tra i pedali per chitarra. Nel '75 nasce il Chorus Ensemble (potrei sbagliarmi , ma forse è il primo chorus a pedale, in quanto non ho trovato notizie di modelli precedenti), che entra a far parte del sound di molti chitarristi, quali Ry Cooder, David Lindley, Eric Clapton, Andy Summers e tantissimi altri (e chi è che non ha mai avuto un chorus?...). Come qualsiasi effetto di grande poplarità, molte ditte affriranno un loro modello di chorus.
Negli anni '80 compaiono i multieffetto formato rack, portando inizialmente un po' di crisi nel settore dei pedali, anche se ditte ben salde, come l'Ibanez, la Roland (BOSS) e molte altre continueranno a sfornare modelli nuovi e sempre più tecnologici. E' proprio l'Ibanez che mette sul mercato il TS09 Tube Screamer, un overdrive divenuto poi un classico seguito dal più recente TS10. Nasce poi il primo overdrive a valvole, presentato da Brent Butler della Tube Works, con il nome di Tube Driver, utilizzato, ad esempio, da Eric Johnson.
Intorno alla metà degli anni '80 erano ormai di moda i sistemi composti da effetti a rack e amplificazione potente, con preamplificatori che offrivano guadagni talmente alti da rendere superflui i comuni distorsori a pedale, anche se era possibile trovare qualche pedale overdrive davanti al pre. Alla fine del decennio, la disponibilità di effetti a rack e amplificatori sofisticati con un buon rapporto qualità/prezzo andava sempre aumentando, creando chiaramente più difficoltà alla vendita degli effetti a pedale, e questo sembrava presupporre anche la scomparsa definitiva dei pedali, ma poi qualcosa è cambiato. Il grande ritorno del Blues, anche a livello commerciale, ha portato alla riscoperta di ''antiche'' sonorità, grazie anche ad artisti del calibro di John Lee Hooker, Gary Moore, Robert Cray, Eric Clapton (dopo anni di ''commercializzazione''), Stevie Ray Vaughan ed altri. Molti chitarristi provenienti da un area rock o fusion si sono rivolti a quello che a molti di loro era anche stato un ''primo amore'', come Scott Henderson, Larry Carlton, Joe Satriani.
In Italia si può dire che a livello commerciale Zucchero ha dato tanto al Blues e, perché no, anche Ligabue (le sonorità degli ultimi album lo dimostrano), senza contare tutti quei chitarristi forse meno famosi ma sicuramente con un alto livello musicale.
Tutto questo ha quindi fatto in modo che accanto a novità, come può essere il Whammy Pedal della Digitech, che fa parte dell'equipaggiamento ad esempio di Steve Vai e di Jennifer Batten (M. Jackson), ma usato anche (udite) da un chitarrista tipicamente Jazz come Jim Hall, si possono trovare delle riedizioni di pedali, quali l'Ibanez TS9, il Wah Wah Vox, il mitico Fuzz Face, i vari modelli MXR ecc. Ora il mercato musicale si è quindi rigonfiato di pedali, pedalini e amplificatori sia in riedizione vintage, sia di nuova concezione.
Bisogna dire che molti musicisti non hanno mai abbandonato i pedali, pur amalgamandoli con i loro sistemi a rack. Tanto per citare nomi famosi, possiamo dire che tra i piedi di Robben Ford troviamo un pedale volume Ernie Ball ed un Wah Wah Dunlop Cry Baby, tra quelli di Vai e Satriani i distorsori Boss, in quelli di Eric Johnson i nuovi pedali Prescription Electronics. Voglio precisare che se voi andate a vedere suonare dal vivo questo artisti, non è detto che abbiano sempre questi effetti, in quanto un musicista può anche modificare il proprio setup, e quindi tutto quello detto sopra è da ritenersi puramente informativo. Chiudiamo questo viaggio nella storia dei pedali ricordando che l'acquisto di un pedale piuttosto che un 'unità effetto, o viceversa o entrambi, deve anche in questo caso rimanere legata al proprio gusto e alle proprie tasche. Nella pagina successiva potremo vedere come utilizzare al meglio la co,binazione di più effetti.
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