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I bicordi
Una delle sonorità che più hanno caratterizzato il blues, specialmente nella seconda metà del secolo scorso,
è relativa all'uso dei bicordi, in particolare nei riff di chitarra e tastiere. Un bicordo è costituito, come dice la parola
stessa, da un gruppo simultaneo di due suoni, che, solitamente, risalgono al 1° e 5° grado di una scala. Se osserviamo l'esempio seguente
possiamo vedere come da una scala di C maggiore possiamo estrarre due note, il 1° e il 5° grado appunto, ottenendo il bicordo di C.
Secondo le regole di teoria musicale, questo non può essere considerato un accordo, in quanto non contiene tre gradi ma solo due. Ricordiamo che un accordo può essere definito tale quando
è formato da almeno tre gradi.
Bisogna considerare inoltre il fatto che in un bicordo, solitamente manca il 3° grado, che ha lo scopo di identificare il modo (maggiore o minore) dell'accordo.
L'esatta definizione di un bicordo, prendendo come esempio quello di C, è questa: C5, costituito quindi dalle note C (tonica) e G (5° grado).

Un bicordo può essere anche definito in posizione fondamentale quando la tonica è al basso, mentre viene definito in
posizione di rivolto quando la nota al basso è il 5° grado. Possiamo vedere nell'esempio sottostante una serie di bicordi in posizione fondamentale o di rivolto.

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Nel rock, solitamente, troviamo l'uso dei Power Chord, i quali sono dei bicordi ai quali vengono raddoppiati uno dei due gradi. Supponendo sempre un esempio in C,
potremo avere una powerchord formato dalle note C, G e C, oppure G, C e G (rivolto), Ma potremo addirittura raddoppiare entrambi i gradi, suonando in pratica
dei bicordi raddoppiati. Nella figura a destra potete osservare i vari Power Chord in C.
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Ritmica a bicordi
Dopo il preambolo introduttivo di teoria passiamo a vedere come lavorano i bicordi direttamente all'interno della nostra ormai ben nota sequenza blues, suonando un chorus in tonalità di C.
Iniziamo dal bicordo base, quello formato da solo tonica e quinto grado, sviluppato su di una ritmica ad ottavi terzinati e suonato con pennata continua in giù. Come potete vedere dalla partitura,
l'esecuzione è molto semplice, in quanto abbiamo solamente tre bicordi diversi sui quali lavorare, inerenti alla tonalità di C, che sono il C5, il F5 e il G5.
Ascoltando la base midi vi accorgerete di quanto usuale sia la sonorità di questo tipo di accompagnamento. Le prime volte suonatelo, come sempre, molto lentamente.

Riff blues
La struttura base del bicordo può essere ampliata lavorando sulle note della scala di appartenenza del bicordo stesso. Nell'ambiente armonico tipico del blues, il bicordo viene estratto dalla
scala misolidia (in C: C-D-E-F-G-A-Bb-C), e questo, concettualmente, vale anche per gli altri accordi nell'armonizzazione base del blues.
A questo punto possiamo analizzare come si può evolvere la struttura di un bicordo, osservando quello che nel blues, ma anche nel rock e in alcuni casi nel jazz, viene definito riff.
Osserviamo una battuta con la ritmica ad ottavi terzinati sul bicordo di C e sostituiamo le note G (5° grado) del secondo e quarto movimento della battuta con la nota A, cioè il 6° grado: il bicordo di C5
viene ora armonizzato in un bicordo di C6. Otteniamo il più
classico dei riff blues, costituito dall'uso dei bicordi di quinta, visti nell'esempio a sinistra, o di quinta alternati a quelli di sesta nell'esempio a destra.

Ovviamente, come già detto prima, anche gli altri accordi possono essere variati in questo o nei sistemi che vedremo tra breve. Una delle qualità
della chitarra è la possibilità di trasportare le diteggiature lungo la tastiera, variandone quindi le tonalità mantenendo le stesse configurazioni
per quanto riguarda la mano sinistra. E così facendo potrete suonare facilmente il blues successivo in tonalità di C, configurato con l'uso dei bicordi
di quinta e di sesta.

Come al solito potete ascoltare la base midi, per valutare e confrontare il vostro lavoro.
Ora dovremo affrontare, nella pagina successiva, lo studio sulla costruzione dei vari riff tipici del blues, anche
questi, ovviamente, basati sull'uso dei bicordi.
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