Il fascino indiscutibile della chitarra ha raggiunto il culmine
e la sua popolarità grazie anche all'avvento della versione elettrica. Anche la sua evoluzione, come nel caso dello strumento acustico,
ha avuto luogo negli USA. Fondamentalmente, una caratteristica accomuna ogni modello di chitarra elettrica: il
pick-up. Questo è il cuore dello
strumento, almeno nella sua fase di elaborazione del suono. Infatti, il pick-up ha il compito non irrilevante di convertire quella che è la vibrazione delle corde
in segnale elettrico, che sarà poi processato dall'amplificatore e riconvertito in suono fisico.
Due sono le principali versioni della chitarra elettrica: a corpo pieno (solid-body) e a cassa vuota (hollow-body). Inizieremo a trattare il primo caso.
A livello storico, la chitarra solid-body è la derivazione (negli anni
20-30) delle chitarre acustiche alle quali
venivano montati i primi modelli di pick-ups. L'esigenza di questo era
data dal bisogno di più volume da parte della chitarra, specialmente
nelle orchestre con tanti elementi dove, è facile intuirlo, il suono
della acustica veniva soffocato dal volume degli alti strumenti. Il
problema che comunque si verificava era nel fatto che le tavole sulle
quali venivano montati i pick-ups non erano molto stabili e si muovevano
alla vibrazione della corda, oppure innescando un effetto audio chiamato
feedback. Nella chitarra elettrica a corpo pieno la massa del corpo è
talmente elevata da ridurre notevolmente la capacità di trasmettere le
vibrazioni. Vi chiederete se questo sia un bene: è ovvio che il legno
deve vibrare, e infatti un buon corpo solid-body riesce a mantenere una
buona dose di vibrazioni armoniche, evitando comunque l'instabilità
tipica di uno strumento acustico, che, come abbiamo visto, può essere
amplificato in ben altri modi.
Un'altra delle caratteristiche del corpo pieno è sicuramente il fatto
che questo può assumere forme particolari, praticamente impossibili da
rilevare sulla chitarra acustica, obbligata da certi criteri di
progettazione per poter avere una buona risposta timbrica.
Il legno impiegato nella costruzione di una solid-body deve essere ben
duro, essicato a forno oppure stagionato; ad esempio, ottimi legni sono
il mogano, l'ontano, l'acero, il frassino e il noce. Negli ultimi anni,
la sperimentazione a portato alla costruzione di corpi in materiale
alternativo, quali la fibra di carbonio, il metallo o addirittura il
vetro (non sempre, comunque, con risultati soddisfacenti). Bisogna sempre
tenere conto del fatto che il materiale con cui è fatto il corpo, sia
esso vuoto o pieno, conta comunque sulla resa sonora dello strumento. E
anche il manico vuole la sua parte di responsabilità in questo. Da qui
la possibilità ad esempio di manici in legno o altri materiali, come la
grafite per le chitarre steimberger, tanto amate da molti (compreso il
sottoscritto, che ne è un utilizzatore forsennato da anni), ma anche
tanto odiate (forse più che altro per la mancanza della paletta).
Passiamo ora ad analizzare le parti che compongono una comune chitarra elettrica.
Nella figura a fianco possiamo vedere gli elementi più importanti di una chitarra solid-body. Il modello rappresentato
è molto probabilmente il modello più famoso di chitarra elettrica che ci sia mai stato, ovvero la Fender Stratocaster.,
nella versione anni '90, definita American Standard.
Tutte le parti che diversificano la solid-body elettrica dalla
chitarra acustica si trovano praticamente nel corpo dello
strumento. Anche il manico presenta delle differenze, ma la
metodologia ne rimane invariata. Osserviamo quindi le parti che
compongono il corpo, incominciando dal body stesso.
Come già accennato in precedenza, il corpo della chitarra elettrica risulta fondamentale
sia da un punto di vista estetico che da quello timbrico. Esso
ospita tutte le parti che dovranno permettere allo strumento di
comunicare con l'amplificazione le informazioni sonore, quali i
pick-ups, i controlli di tono e volume, il selettore dei
pick-ups e la presa jack, di cui parleremo dopo.
Solitamente il corpo può essere composto da un unico blocco di
legno, lavorato nella forma desiderata, sul quale sono praticati
gli intagli necessari ad ospitare le varie parti, tra cui gli
alloggiamenti dei pick-ups e dei circuiti elettrici. Di seguito
viene verniciato per poter raggiungere la colorazione finale.
Un altro tipo di corpo può essere formato da due parti. A
quella inferiore viene sovrapposta una tavola più fine
(chiamata "top"), solitamente di legno diverso.
Un altro tipo di corpo può essere formato da due pezzi
laterali che si uniscono ad una parte centrale, la quale fa
parte del prolungamento nel manico dello strumento.
Fondamentalmente sono queste le tre filosofie costruttive, di
cui le prime due molto comuni nelle chitarre solid-body.
Una caratteristica molto importante è data dal fatto che il
body è composto da una o due spalle mancanti, nella figura
viste come spalla superiore e inferiore. La spalla mancante (nel
caso che sia presente una sola sarebbe quella inferiore)
facilita l'accesso alle zone più alte della tastiera. Ed
infatti, solitamente sulla chitarra elettrica la tastiera viene
usata nella sua totalità, a seconda abbia essa più o meno
tasti, come vedremo dopo.
Le tecniche di costruzione del manico non differiscono, come filosofia base,
da quelle già viste per il manico della chitarra acustica.
La differenza è principalmente nel fatto che sullo strumento
elettrico si suona anche dopo il dodicesimo tasto. Questo comporta
quindi una buona accessibilità alle zone alte della tastiera, data
dall'utilizzo delle spalla mancante. La tastiera del manico,
inoltre, è più lunga rispetto a quella di una chitarra folk.
Infatti può avere 21, 22 o 24 tasti, tutti accessibili.
Inoltre, montando corde adeguatamente più piccole e morbide
rispetto alla acustica, risulta più stretta come dimensioni,
anche se le misure cambiano a seconda del modello di chitarra.
Per quanto riguarda la paletta, le forme possono essere svariate.
Di solito montano tre meccaniche indipendenti per lato, oppure utilizzano un sistema
tipo Fender, con le sei meccaniche tutte sullo stesso lato. Le chiavi, sempre indipendenti l'una dall'altra, utilizzano lo stesso sistema visto per la chitarra folk.
Il manico bullonato, sullo stile Fender Stratocaster (e parecchi altri modelli). La stabilità è assicurata da tre, quattro o addirittura cinque viti che dallla base inferiore del corpo penetrano nel manico.
Modello di incastro del manico stile Gibson Les Paul. La tenuta e la stabilità sonop assicurate anche dal fatto che la giunta viene incollata.
Come potete vedere nella figura sopra, metodi per congiungere il manico al corpo sono praticamente due, e cioè il manico incollato o il manico avvitato.
Esistono tutt'oggi due schieramenti opposti sul sistema migliore di
giuntura del manico. Da una parte troviamo i sostenitori del manico
incollato ad incastro, che permette un migliore sustain alla vibrazione
delle corde, grazie al fatto che la giunta alla fine diventa un blocco
unico, come lo è, tra l'altro, per la chitarra acustica. Altri invece
sostengono che comunque un manico avvito è garanzia di sicurezza e
stabilità, ammettendo che un po' di sustain viene a perdersi. Di mezzo,
possiamo dire che entrambi i sistemi sono validi, in quanto, alla fine,
conta anche tutto il resto del materiale con cui è composta la
chitarra, diventando così una scelta molto personale. Tutt'al più,
possiamo risolvere il problema avendo più modelli diversi di chitarre,
sempre per fare felice il nostro portafoglio...
Concludiamo spendendo due parole sulla barra di rinforzo del manico, le
cui caratteristiche tecniche le abbiamo già viste nella sezione
acustica. La regolazione della barra può portare a rilevanti problemi
nel caso si utilizzi frequentemente, e con buona energia, la leva del
ponte tremolo. Occorre quindi fare le opportune scelte di tensione del
manico in merito anche a questo motivo. Nel caso siate acerbi su come
regolare il manico, il consiglio è di lasciare fare agli esperti. Si
risparmia tempo, denaro e...