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Tecniche
di costruzione della chitarra acustica
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Il
metodo di costruzione di uno strumento acustico può variare da
modello a modello In molti casi queste differenze sono minime, altre
volte il progetto crea poi una linea originale di chitarre.
Fondamentalmente, comunque, esistono delle procedure per così dire
standard. Le tecniche prese in esame in questa sezione, sono
riferite ad uno standard comune alla maggiore parte delle chitarre
acustiche.
Possiamo incominciare parlando della forma dello strumento: questo
solitamente ha la caratteristica forma a otto, con due convessità
(una superiore e l'altra inferiore) ed una concavità centrale.
Bisogna dire che la differenza tra le dimensioni di queste tre parti
è responsabile del timbro dello strumento. Infatti, mentre le
spalle più strette tendono ad enfatizzare le frequenze alte, le
convessità inferiori più ampie enfatizzano quelle basse
Un altro particolare tende a diversificare un modello da un altro, e
cioè la dimensione dello strumento. Ci sono vari appellativi per
identificare la grandezza del corpo nelle chitarre folk. Partendo
dallo Standard (simile per forma e anche per dimensioni ad una
chitarra classica), si arriva alla Jumbo o anche alla Dreadnought (i
modelli con le dimensioni maggiori - vedi Martin).
Esistono anche chitarre con dimensioni ridotte, come la 3/4 o la
2/4, solitamente dedicate ai bambini, ma anche a quelle persone che
avendo le mani piccole possono avere delle difficoltà a suonare
strumenti eccessivamente grossi.
I legni
La scelta del legno risulta fondamentale nella resa sonora di una chitarra, ma non solo in questo. Se i legni vengono
perfettamente stagionati (anche per anni) oppure essicati a forno, lo strumento sicuramente
avrà una vita lunga (se trattato con cura e attenzione).
Una chitarra costruita con legna ricavata da un albero appena tagliato, senza essere stata prima essicata o stagionata, quasi sicuramente porterà
alla nascita di uno strumento dalle caratteristiche pessime, sia in termini di qualità sonora che costruttive. Una
chitarra fatta con legni di scarsa
qualità, anche se stagionati, avrebbe anche questa le stesse caratteristiche negative.
Anche se apparentemente la scelta del legno come materiale potrebbe
sembrare ricca di complicazioni, in realtà è vincente sotto vari
aspetti. Oltre ad essere gradevole all'occhio umano (che, diciamolo
francamente, vuole sempre la sua parte), il legno è sicuramente uno
dei migliori materiali al mondo sia per il timbro che è in grado di
conferire ad uno strumento, sia per il suono. Ovviamente, come già
accennato prima, non tutti i tipi di legno si adattano allo
scopo. Bisogna sapere bene le qualità timbriche di ogni tavola di
legno al momento della scelta nella costruzione di uno strumento.
Queste qualità sono ad esempio la resistenza e la forza alle tensioni
date dalle corde, ma anche la tenuta alle svariate fasi che comportano
la verniciatura.
Certamente è facile immaginare che un albero in se stesso non abbia
affinità effettive con la chitarra. Però, se si pensa al fatto che
l'albero, nel corso della sua secolare esistenze, ha visto un
susseguirsi di stagioni, cambiamenti climatici magari pesanti sotto il
profilo meteorologico e chissà cos'altro, sicuramente si presterà
alle ''sevizie'' del chitarrista. E' palese anche il fatto che
l'albero appena tagliato non venga subito impiegato per la costruzione
di uno strumento. E' a questo punto che inizia il giusto procedimento
per trasformare alcune parti di legno in quella che poi sarà una
chitarra.
Il migliore sistema consiste nella stagionatura delle tavole di legno
ricavate dall'albero. Queste sono immagazzinate in ambienti dedicati e
con una buona areazione, in modo da far perdere al legno quasi tutta
l'umidità che in esso è contenuto. La stabilità del legno avviene
dopo numerosi processi di variazioni di temperatura e umidità,
processi che durano varie stagioni. Da qui il termine stagionato.
Per i legni di migliore qualità, questo sistema di essicazione può
durare quindi parecchi anni e, chiaramente, ha dei costi molti
elevati.
Attualmente, il sistema più diffuso è l ' essicazione a forno. Il
legno viene posto in una fornace a fuoco lento, in modo da eliminarne
l'umidità in esso contenuta. Questo processo è molto più veloce
(poche settimane) e, chiaramente, meno costoso. Attualmente la maggior
parte delle chitarre sono composte in legno essicato a forno, anche se
alcuni liutai preferiscono sempre lasciare stagionare ulteriormente il
legno per un periodo di tempo che può variare a seconda dei casi.
Il corpo della chitarra.
Sostanzialmente, il corpo dello strumento (il cui nome effettivo
è cassa armonica o di risonanza) è composto da tre parti
principali: la tavola frontale, le fasce laterali e
il fondo. Tutti sono uniti da una serie di controfasce,
mentre le giunte sono poi rifinite dai filetti decorativi.
La sezione che predomina, sia alla vista che come importanza
timbrica, è senz'altro la
tavola.
Questa può essere a pezzo unico oppure in due parti unite assieme
(una tecnica definita ''a libro'', anche se non spesso utilizzata).
I legni migliori per quanto riguarda la tavola possono essere, tra
gli altri, l'abete rosso, il cedro, la sequoia
sempervirens (redwood). Molte delle tavole de fascia medio-bassa
sono invece fatte con legno laminato (o compensato), che non
sono altro che sottili strati di legno incollati assieme in modo che
le venature siano alternate l'una con l'altra. Questo tipo di legno,
più resistente rispetto ad altri, come l'abete massiccio, è molto
rigido e proprio per questo non vibra allo stesso modo dei legni
sopracitati e, ovviamente, non produce un timbro oltremodo bello e
pastoso.
La tavola può essere piana o leggermente arcuata. Il secondo caso
si presta ad essere la migliore scelta, sia dal punto di vista
timbrico, sia da quello prettamente strutturale, in quanto la
curvatura resiste meglio alle variazioni di temperatura e umidità.
La tavola è sostenuta nella parte interna da una serie di liste di
rinforzo, chiamate raggiere, che può variare nella
disposizione da un modello all'altro di strumento (altro particolare
che ne identifica il timbro).
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La tavola può essere piana o leggermente arcuata. Il secondo caso
si presta ad essere la migliore scelta, sia dal punto di vista
timbrico, sia da quello prettamente strutturale, in quanto la
curvatura resiste meglio alle variazioni di temperatura e umidità.
La tavola è sostenuta nella parte interna da una serie di liste di
rinforzo, chiamate raggiere, che può variare nella
disposizione da un modello all'altro di strumento (altro particolare
che ne identifica il timbro).
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Come sono
disposte le raggiere nella parte interna della tavola.
Questo sistema è solo un esempio, in quanto i metodi sono
diversi da un costruttore all'altro. |
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La buca (o rosa), che permette l'afflusso dell'aria all'interno del corpo,
è attorniata dalla rosetta, che è un intarsio decorativo simile alle controfasce laterali.
Gli intarsi hanno il doppio scopo di decorare lo strumento e di
rinforazare i punti di unione delle varie parti della cassa.
Sia le controfasce che la rosetta, solitamente, richiamano allo stesso disegno.
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La fascia laterale della chitarra acustica, che può essere fatta con
tipi di legno diversi dalla tavola, segue le curvature date dal
disegno a otto dello strumento. Sia la fascia che il fondo (o tavola
inferiore), sono fatte solitamente dallo stesso materiale Uno dei
migliori è sicuramente il palissandro brasiliano, ma, dato che questo
tipo di legno ha una disponibilità alquanto limitata, può essere
egregiamente sostituito dal palissandro indiano, oppure dal mogano, il
noce africano, il sicomoro o l'acero.
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Le fasce sono due pezzi di legno che si uniscono da una parte allo
zoccolo (il punto dove il manico si inserisce nella cassa) ad un top
block (zucchetto), mentre nel punto opposto si saldano con un
sistema definito bottom block (sciocchetta). Quest'ultimo può
venire poi intarsiato, per coprire la saldatura delle parti.
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Lo stesso sistema sviluppato per la tavola
superiore può essere usato, con le opportune varianti, anche per la tavola inferiore. |
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Lo zoccolo, invece, fa parte del sistema di incastro del manico
alla cassa, ed è fatto solitamente di legno massiccio, quale il
mogano, oppure un blocco di laminato più resistente.
Il fondo, che solitamente è bombato, è ottenuto unendo insieme due
pezzi di legno e viene rinforzato in modo analogo a quello della
tavola, come da disegno.
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Il manico.
Mentre al corpo della chitarra è assegnato il compito di dare la voce allo strumento,
il manico si occupa della scelta delle note. La costituzione basilare
del manico è di un pezzo di legno ritagliato nella apposita forma,
anche se ci sono manici con paletta incollata. Anzi, quest'ultimo
procedimento è attualmente il più usato, in quanto comporta uno
spreco migliore di materiale rispetto al manico in blocco unico, dove
viene sprecato più del 60% di materiale legnoso rispetto al blocco di
partenza. Il manico a pezzo unico, però, risulta avere un suono
migliore.
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I metodi solitamente usati per unire il manico al corpo sono due:
inserito con un incastro a cosa di rondine o avvitato. Nel primo caso,
comune alla maggior parte degli strumenti acustici, l'estremità del
manico viene intagliata come da figura, in modo da formare la parte
maschio dell'incastro, che viene inserita nella fessura femmina
adeguatamente ritagliata nello zoccolo, per poi essere incollati
assieme.
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Il manico viene incastrato all'interno dello zoccolo, dopo di che vengono incollati. Nel caso invece il manico
fosse avvitato, una serie di viti autofilettanti partirebbero dalla parte inferiore dello zoccolo penetrando poi nel manico.
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All'interno
del manico scorre la barra di rinforzo, che serve, come dice il nome
stesso, a rinforzare il manico in contrapposizione alla tensione delle
corde. Mentre nei primi modelli di manico con rinforzo la barra era
costituita solamente da un astina (a sezione circolare o a forma di T)
inserita in solco scavato lungo tutto il manico appena sotto la
tastiera, si è pensato di introdurre la barra di tensione regolabile.
Questa permette la correzione della curvatura del manico, in modo da
poter regolare la tensione per ottenere, appunto, la curvatura della
tastiera ideale per lo strumento. La barra regolabile è inserita in
quasi tutti i modelli di chitarra folk ed elettrica. Solitamente, la
barra di rinforzo non è presente nei manici di una chitarra classica.
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L'estremità regolabile di una comune barra di rinforzo.
La barra è filettata, in modo da potere avvitare il dado e la
rondella per mettere in tensione, o meno, la barra stessa. I
sistemi di regolazione possono essere diversi a seconda della
marca e del modello di chitarra. |

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La tastiera.
Sulla parte superiore del manico viene incollata la
tastiera, la quale
ospita i tastini (o ferretti) che servono a delimitare i tasti, sui
quali vengono diteggiate le note. I legni che vengono usati per questa
parte dello strumento sono il palissandro e l'ebano, ma anche altri
tipi di legno scuri e molto duri. Alcuni strumenti elettrici montano
tastiere in acero.
I tastini sono inseriti a pressione all'interno di appositi solchi
ricavati sulla tastiera. La distanza che intercorre tra un tasto e
l'altro diminuisce man mano che ci si avvicina in prossimità del
corpo.
Sulla tastiera possono essere inseriti dei segnaposizione (o segnatasti),
posti anche sul bordo superiore del manico. La loro utilità è di
carattere visuale, in quanto identificano meglio la posizione di
alcuni tasti, solitamente il 3°, 5°, 7°, 9°, 12°, 15°,
17°, 19°.
La tastiera può essere piatta, come nel caso della chitarra classica,
da flamenco e di alcuni modelli di chitarra elettrica, oppure
leggermente convessa. Inoltre è sempre più stretta in prossimità
del capotasto, dove le corde sono anche più vicine tra loro, mentre
si allarga verso il corpo dello strumento.
La larghezza della tastiera può invece variare a seconda dei modelli.
Questo è infatti uno dei motivi per cui si preferisce un certo tipo
di chitarra piuttosto che un altro. Per ovviare ad un problema del
genere, non esiste che una soluzione: suonare su vari modelli di
chitarra, dalla classica alla folk all'elettrica, con buona felicità
del portafoglio...
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