Sound Processing:
Elaborazione del suono

L'alterazione delle caratteristiche del suono, in qualsiasi modo compiuta, viene chiamata sound processing, ovvero elaborazione del suono. Tecniche di elaborazione del suono si adottano infatti in tutti i casi in cui si voglia correggere una carenza, migliorare l'udibilità oppure creare effetti speciali. A dispetto della quantità di effetti variamente ed esoticamente denominati, per uso sia da studio che dal vivo, il modo in cui il suono può essere fisicamente modificato sono in pratica alquanto limitati. La scelta è in realtà tra la possibilità di alterare la curava di frequenza, il volume, la dinamica, la fase o l'intonazione del suono, l'aggiunta di eco, riverbero o delay. I principi dell'elaborazione del suono sono sempre gli stessi, sia che esista un dispositivo elettronico incorporato nell'amplificatore (caso sempre più frequente), sia che si tratti di effetti separati, come pedali o apparecchi da studio (il grado di azione permesso da ciascuno varia da tipo a tipo).
Partiamo dal sistema base: chitarra-cavo-amplificatore. Supponendo che l'ampli sia dotato (come nella maggior parte dei casi) di riverbero (a molla, cioè analogico, ma è possibile anche digitale), abbiamo già quello che ci serve a dare il suono. Possiamo a questo punto decidere se intervenire sulla pasta del suono (aggiungendo ad esempio distorsore, compressore, equalizzatore), oppure apparecchi digitali (dove il segnale viene praticamente computerizzato, ne parleremo dopo). Passiamo quindi ad analizzare le varie possibilità offerte dall'odierno mercato dell'effettistica, per poi vedere di sfruttare al meglio i vari abbinamenti tra le apparecchiature.


Gli effetti: tipologia di costruzione

I più ''anziani'' effetti sono i cosiddetti effetti a pedale, così chiamati in quanto il loro funzionamento è ottenuto dalla pressione di un pedale o pulsante. In gergo musicale, molto affettuosamente , vengono soprannominati ''scatolette'' oppure ''pedalini''. Nella maggior parte dei casi vengono posizionati per terra, venendo quindi controllati con i piedi (da qui il detto ''suoni proprio coi piedi''). La caratteristica principale è l'estrema semplicità d'uso, ma non per questo non devono suonare bene, anzi. Alcuni pedalini sono divenuti dei classici e hanno contribuito a creare sound famosissimi e dal suono notevole.
Più completi, ma anche più costosi, sono i signal processor ("processori di segnale"), meglio noti come effetti a rack ("scaffale"). Date le loro dimensioni, vengono generalmente inseriti e fissati in supporto chiamato Flight-case (trd: scatola volante), questo per comodità di trasporto ma anche e soprattutto per proteggere le apparecchiature inserite da urti accidentali. I signal processor, un tempo costruiti e dedicati esclusivamente ad un utilizzo professionale in sala di registrazione, trovano ora ampio spazio nelle attrezzature usate dai musicisti nelle performance dal vivo. Sicuramente non sono semplici come i pedalini, a livello di programmazione, ma dopo un po' di pratica e di studio i risultati che si possono ottenere sono sicuramente soddisfacenti e gratificanti.
Al momento dell'acquisto, sia di un pedale, sia di un effetto a rack, controlliamo subito se la processione del segnale è di tipo analogico o di tipo digitale. La domanda ovvia è: quale è la differenza tra un effetto analogico e un effetto digitale? Cercheremo di capire questa importantissima differenza citando qualche piccola nozione di elettronica indispensabile per capire il funzionamento delle apparecchiature. Come già visto precedentemente, la vibrazione della corda ''eccita'' il pick-up, il quale cattura le onde sonore generate dalla corda in movimento e le trasforma in segnale elettrico a basso voltaggio. Tale segnale, attraverso il cavo, giunge all'amplificatore che compie il procedimento opposto: trasformare e amplificare il segnale elettrico in segnale audio, cioè in suono.
Nel creare un sistema di amplificaziione, gli effetti possono essere inseriti fondamentalmente in due modi:
chitarra - effetto - amplificatore; chitarra - amplificatore - effetto (interno all'amplificatore). Nel primo caso è preferibile usare effetti analogici, mentre nel secondo quelli digitali.



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