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La chitarra ritmica
Con il termine ritmica
presente nel titolo viene spesso intesa la forma più comune con cui la
chitarra viene suonata soprattutto da chi inizia a fare pratica con lo
strumento. Effettivamente questo termine non propriamente esatto, in
quanto il ritmo fa parte di qualunque forma musicale, sia esso
l'accompagnamento piuttosto che un assolo. E sì, in quanto anche un buon
assolo, come d'altronde un buon accompagnamento, deve essere costruito
anche ritmicamente. Quindi, se da un lato il termine non è esatto, è
anche vero che è in uso oramai da decenni proprio ad indicare la chitarra
cosiddetta di accompagnamento, quella che, per usare un aggettivo comune,
"fa la ritmica". E credo sia logico mantenere questo termine al
quale era giusta una dovuta precisazione.
Quante si è sentito nominare, magari durante la presentazione dei
musicisti alla fine di un concerto o sulle credits di un CD: alla chitarra
ritmica ...Tizio, alla chitarra solista ...Sempronio. E il grosso degli
applausi a chi va? Immaginatelo. Mettiamo un poco d'ordine in questa
ferrea disputa tra ritmica e solista, dando a Cesare cio' che è di Cesare
e quindi la giusta gloria anche alla chitarra ritmica.
Come spesso succede, andiamo a vedere cosa fanno i grandi e scopriremo
che, tralasciando i possibili atti di bravura più evidenti alla massa del
pubblico, i migliori hanno tre caratteristiche principali che sono:
-
la tecnica: chi più e chi meno, non ha importanza quanta uno ne ha, ma
quanto la sa doverosamente sfruttare;
- il feeling, il groove, l'espressività... definitelo come volete, ma è
importantissimo;
- il senso del ritmo, che si può esprimere in ogni momento della musica,
dalla singola nota ad una parte di ritmica, da un semplice arpeggio ad un
solo mozzafiato.
E poi, vediamo sul lato pratico anche del lavoro del chitarrista. Avete
mai avuto a che fare con un turno in sala di incisione oppure una serie di
concerti di musica pop, rock, fusion, jazz e chi più ne ha più ne
metta? In un caso o nell'altro, il 90% del lavoro è dato dalla ritmica
(sondaggio DOXA di qualche tempo fa...no, scherzo). Rimane il fatto che
quella percentuale rientra nella media del lavoro che un comune
chitarrista svolge durante una sessione di lavoro. Ecco perchè bisogna
dare grande spazio allo studio del ritmo applicato un po' a tutto quello
che fa' parte dello strumento.
I maggiori problemi che si
incontrano all'inizio dello studio su questo tipo di argomento sono
fondamentalmente basata sulla capacità di capire il tempo (non quello
meteorologico, ovviamente). Infatti, la divisione ritmica è paragonabile
alla matematica (come molti altre regole musicali) e questa non è una
materia ben voluta da tutti (chi è andato - o va - bene a scuola faccia un
fischio...). Di conseguenza le fatiche più grandi saranno proprio
nell'assimilare non tanto i concetti e le regole che vedremo, quanto
interpretarle correttamente sullo strumento. Ma non è un impresa
impossibile, e tutta questa sezione ben si adatta sia ai principianti (nelle
prime pagine) sia a quelli che hanno già una buona dimestichezza con lo
strumento. Ma andiamo con ordine.
Impostazione.
Nella sezione di teoria di questo sito, vengono analizzati anche
le regole fondamentali che governano la divisione ritmica, ed
è bene,
a chi non ha conoscenze in questo campo, dare un occhiata per potere poi capire a fondo
le regole che via via verranno utilizzate in queste pagine. Bisogna
precisare una novità che compare nella notazione per chitarra: per indicare
la divisione ritmica, si utilizza un sistema di scrittura delle note sul
pentagramma preso a prestito dalla notazione per batteria. In pratica, al
posto del "pallino" di una nota compare un "rettangolino",
che sta a indicare appunto solamente il valore di tempo della nota,
indipendentemente dall'altezza a livello di intonazione. La posizione che
questo rettangolino occupa sul pentagramma non identifica quindi la nota. In
questo caso può venire abbinato sotto al rigo il nome dell'accordo a cui il
simbolo di tempo fa riferimento e, a volte, anche la diteggiatura
visualizzata da un grafico degli accordi. Vediamone un esempio, dove per maggiore chiarezza si è volutamente affiancato al rigo della ritmica il
suo cugino in chiave di violino (perdonate la rima) per far vedere come sia semplicemente
logica la lettura in chiave ritmica.

Inoltre, l'ausilio di una base fornisce senz'altro un aiuto di primaria importanza. Quando troverete il simbolo
, cliccandoci sopra potrete scaricare la base midi relativa all'esercizio o al
brano in questione.
Esercizi fondamentali di divisione ritmica.
Possiamo finalmente incominciare a lavorare utilizzando il metronomo che è fornito in aiuto alla base midi. Per capire
come organizzare lo studio, vi conviene inanzi tutto preparare una cartella (o directory, chiamatela come volete) dentro la quale
potete scaricare i file midi (esenti da tasse...pardon, da virus - ndr). In seguito, quando cliccate sul file, questo apre in automatico il lettore multimediale
o, eventualmente, il programma che è adibito all'esecuzione dei file midi.
Ogni esercizio viene proposto con la base ritmica (il metronomo o la batteria) sul canale audio destro, mentre l'esecuzione
la sentite sul canale sinistro. In questo modo, una volta assimilato l'esercizio, potete provare voi stessi a suonare sulla base
semplicemente escludendo il canale sinistro. Tutti gli esercizi e gli esempi musicali hanno sempre la battuta
di inizio tempo. Questa serve a dare il tempo all'esecuzione. Se osservate l'esempio visto sopra,
vedete che il tempo in chiave è 4/4. Di conseguenza sentirete quattro battiti di metronomo prima dell'esecuzione.
Ex #1 - Nel primo esercizio suonate un accordo a piacere (nella base è quello di C maggiore) utilizzando una ritmica fissa
di quarti (vi ricordo che la definizione tecnica del quarto è semiminima), suonati tutti a pennata in giù. I numeri sottostanti il pentagramma indicano lo scorrere del tempo
di quattro movimenti per battuta, che nella base sentite suonare dal click del metronomo. Suonando a quarti, dovrete far coincidere le pennate sugli accordi
con il click stesso. Nella sua semplicità di esecuzione, provate a controllare il tocco del plettro
sulle corde, ascoltando anche il suono e il timbro che scaturisce da dinamiche diverse. Con questo termine
si vuole indicare il volume dato dal tocco più o meno leggero (o più o meno pesante).

Ex #2 - Sempre contando sul tempo, suonate due accordi da un quarto e poi
uno da 2/4. che dura sul terzo e quarto movimento.

Ex #3 - Attenzione all'accordo da 2/4 che suona sul secondo movimento della battuta.

Ex #4 - Proviamo a fare dei cambi di accordo. In questo caso, il C maggiore viene suonato
sulla prima e terza battuta, mentre sulla seconda e la quarta troviamo il Em. Mantenete costante la ritmica e anche la pressione della mano
destra quando colpisce le corde. Provate a fare i cambi di accordo anche sull'esercizio 2 e 3.

Verificate sempre l'esattezza dei movimenti negli
esercizi e provate anche altri cambi di accordo. Nelle pagine successive si continua lo studio
e l'analisi ritmica utilizzando tempi e modi di esecuzione sempre più complessi e interessanti.

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